sabato 18 dicembre 2010

Riunione Annuale Circolo UAAR di Salerno

la riunione si terrà nei pressi della sede del circolo (Libreria Baol di Salerno, via rocco cocchia 12/6) giovedì 23 dicembre alle ore 18

Ordine del Giorno

1) elezione coordinatore
2) elezione tesoriere
3) elezione attivo di circolo (almeno un'altra persona)
4) bilancio 2010
5) rinnovo iscrizione UAAR 2011
6) contributo al circolo
7) darwin day 12 febbraio 2011
8) altre iniziative per questo circolo Salernitano
9) varie ed eventuali

seguirà cena conviviale nei pressi

mercoledì 29 settembre 2010

Riunione soci UAAR di tutta la Campania

Ora
domenica 10 ottobre · 11.30 - 16.30

LuogoSede Circolo UAAR di Napoli
via Nazionale delle Puglie, 185
Casoria, Italy

Creato da

Maggiori informazioni
RIUNIONE DEI CIRCOLI UAAR DELLA REGIONE CAMPANIA
E DEGLI ISCRITTI CAMPANI
DOMENICA 10 OTTOBRE 2010 ORE 11,30
SEDE DEL CIRCOLO UAAR DI NAPOLI
VIA NAZIONALE DELLE PUGLIE 185 PARCO DEI PLATANI - CASORIA, NAPOLI

ODG
1) Iniziative UAAR Campania "Per un sud senza divinità"
2) Giornata nazionale dello sbattezzo del 25 ottobre
3) Darwin Day 2011
4) Iniziative sul territorio: sala commiato, riti laici, sbattezzo, ora alternativa e croci a scuola (iniziative coi valdesi)
5) Incontri culturali (Ferraris)
6) Sinergie e percorsi comuni con la Consulta Laica Napoletana
7) Esplorazione della possibilità di un Congresso Uaar 2013 a Napoli e riunione circoli in Campania nel 2011 come test.
8) Utilità di far aumentare la conoscenza dell'UAAR nelle province campane senza circolo. La situazione ai dati disponibili a luglio 2010 e': Avellino 5, Benevento 4, Caserta 10, Napoli 49, Salerno 30 - Totale 98. Per cui è ragionevole lavorare principalmente su Caserta.
9) Premi della miscredenza: proposta di un mini premio per promuovere l'uaar campano
10) varie ed eventuali

per maggiori informazioni: napoli@uaar.it - 393 819 8585


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giovedì 23 settembre 2010

ASSEMBLEA PRECONGRESSUALE UAAR SALERNO AVELLINO POTENZA 2010



Ora
sabato 25 settembre · 17.00 - 20.00

Luogopressi libreria Baol
Rocco Cocchia 12/6
Salerno, Italy

Creato da

Maggiori informazioniLa riunione dei soci di Salerno, Potenza ed Avellino per discutere delle varie proposte arrivate per il congresso ed eventuali nuove proposte, oltre che per eleggere i delegati al congresso del 2010

Hanno diritto di voto i soci di Salerno, Avellino e Potenza in regola con l'iscrizione entro il 31 maggio 2010

venerdì 27 agosto 2010

Riunione circolo venerdì 3 settembre ore 18 presso libreria BAOL

Ora
03 settembre · 18.00 - 23.00

LuogoLibreria Baol
rocco cocchia, 12/6
Salerno, Italy

Creato da

Maggiori informazioni
Ordine del Giorno

1) discussione ultimo documento congressuale in vista della riunione del 25 settembre
2) raccolta fondi per il circolo
3) allestimento iniziativa 140' anniversario XX settembre
3) proposta attivo di circolo per maggiori iniziative
4) discussione operative organizzazione giornata sbattezzo
5) discussione su come procedere in richiesta sala del commiato
6) discussione su quali iniziative potrebbero aprirci a nuovi soci sul territorio
7) varie ed eventuali proposte dei soci

a seguire pizza e birra in zona

nota: la riunione si svolge nella sala nei pressi della Baol

sarebbe utile essere almeno una decina per cui vi chiedo di cercare di partecipare d'invitare gli altri soci e simpatizzanti e di darmi conferma (tramite e-mail o sms) della partecipazione



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venerdì 23 luglio 2010

Giovedì 29 luglio riunione circolo UAAR di Salerno.


Riunione circolo UAAR di Salerno

Data:
giovedì 29 luglio 2010
Ora:
19.30 - 23.00
Luogo:
Libreria Baol
Via:
rocco cocchia, 12/6
Città/Paese:
Salerno, Italy

Descrizione 

Ordine del Giorno

1) proposte per il congresso in vista della riunione del 25 settembre
2) raccolta fondi per il XX settembre (corona e presentazione libro?)
3) proposta attivo di circolo per maggiori iniziative
4) discussione organizzazione (o meno) giornata sbattezzo
5) discussione su come procedere in richiesta sala del commiato
6) discussione su quali iniziative potrebbero aprirci a nuovi soci sul territorio
7) varie ed eventuali proposte dei soci

a seguire pizza e birra in zona

sarebbe utile essere almeno una decina per cui vi chiedo di cercare di partecipare e di darmi conferma (tramite e-mail o sms) della partecipazione

mercoledì 14 luglio 2010

Terzo anniversario nascita Circolo UAAR di Salerno

Oggi 26 messidoro CCXVIII (14 luglio 2010 dell'era volgare) è il 3' anniversario della nascita del circolo UAAR di Salerno.

AUGURI!

domenica 11 luglio 2010

Giovedì 29 luglio riunione circolo UAAR di Salerno


Riunione circolo UAAR di Salerno

Data:
giovedì 29 luglio 2010
Ora:
19.30 - 23.00
Luogo:
Libreria Baol
Via:
rocco cocchia, 12/6
Città/Paese:
Salerno, Italy

Descrizione 

Ordine del Giorno

1) proposte per il congresso in vista della riunione del 25 settembre
2) raccolta fondi per il XX settembre (corona e presentazione libro?)
3) proposta attivo di circolo per maggiori iniziative
4) discussione organizzazione (o meno) giornata sbattezzo
5) discussione su come procedere in richiesta sala del commiato
6) discussione su quali iniziative potrebbero aprirci a nuovi soci sul territorio
7) varie ed eventuali proposte dei soci

a seguire pizza e birra in zona

sarebbe utile essere almeno una decina per cui vi chiedo di cercare di partecipare e di darmi conferma (tramite e-mail o sms) della partecipazione

sabato 26 giugno 2010

Riunione circolo e a seguire Pizza



Data:
giovedì 1 luglio 2010
Ora:
19.30 - 23.30
Luogo:
Libreria BAOL
Via:
Rocco Cocchia 12/6
Città/Paese:
Salerno, Italy

Descrizione 

ci vediamo dalle 19,30 in poi alla sede UAAR del circolo di Salerno (presso la libreria BAOL)
qui la mappa: http://tinyurl.com/358872b

e poi dalle 20,30 in poi ci spostiamo (a piedi) presso la pizzeria "Pummarola 'Ncoppa" al n. 341, di via Lungo Mare Colombo Cristoforo, Salerno, SA 84129, Italia - 089 339305
qui la mappa: http://tinyurl.com/2u8ujf4

per quanto riguarda la riunione:

argomenti:

1) prossimo congresso UAAR (la riunione pre-congressuale si terrà sabato 25
2) eventuale creazione di un "attivo di circolo"
3) prossima iniziativa per il 20 settembre (140' anniversario della breccia di porta pia, vera unità d'italia ;)
4) varie ed eventuali

lunedì 21 giugno 2010

Solstizio di giugno


Oggi cade il solstizio d'estate (nell'emisfero boreale ovviamene, d'inverno in quello australe) precisamente alle 11.28 Tempo Universale, che dovrebbe corrispondere alle 13.28 ora italiana). Il solstizio è un fenomeno astronomico che da millenni è stato festeggiato dalle più varie culture (di solito associato all'inizio dell'estate....). Resta dunque una buona occasione per fare gli auguri a tutti :)

Il solstizio in astronomia è definito come il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparentelungo l'eclittica, il punto di declinazione massima o minima [1]. Il fenomeno è dovuto alla inclinazionedell'asse di rotazione terrestre rispetto l'eclittica; il valore di declinazione raggiunta coincide con l'angolo di inclinazione terrestre e varia con un periodo di 41000 anni tra 22.1° e 24.5°.
Il Sole raggiunge il valore massimo di declinazione positiva nel mese di giugno in occasione del solstizio di estate boreale, mentre raggiunge il massimo valore di declinazione negativa in dicembre, in occasione del solstizio di inverno boreale, corrispondente all'estate nell'emisfero australe.
Da un esame di una tabella dei tempi dei solstizi si può verificare che il fenomeno ritarda di circa sei ore ogni anno (5 ore, 48 minuti e 46 secondi per la precisione), salvo subire un nuovo riposizionamento indietro ogni quattro anni, in conseguenza degli anni bisestili, introdotti proprio per evitare un progressivo disallineamento delle stagioni con il calendario. A causa di queste variazioni può capitare che il solstizio astronomico cada il 20 o il 21 giugno per l'estate nell'emisfero nord o il 21 o 22 dicembre per l'inverno nell'emisfero nord.


mercoledì 16 giugno 2010

Spagna no crocefissi e funerali di stato religiosi


Spagna, pronta nuova legge sulla laicità: no crocefissi e funerali di stato religiosi

Sarebbe ormai pronto un progetto di legge del governo Zapatero sulla libertà di religione e la laicità dello stato in Spagna, già in cantiere dal 2008. La nuova normativa, anticipa El Pais, abolirà i funerali di stato esclusivamente religiosi e l’imposizione dei crocefissi negli uffici pubblici, nelle scuole e negli ospedali, oltre al giuramento dei funzionari pubblici di fronte alla croce. I simboli religiosi saranno rimossi, “a eccezione di quelli con valore storico e artistico, architettonico e culturale”. Solo ospedali e scuole private di ispirazione religiosa, pur avendo un accordo con lo stato e ricevendo fondi pubblici, potranno mantenere tali simboli. Secondo il Ministero della Giustizia, già l’80% dei simboli privi di valore artistico è stato comunque rimossi dagli edifici pubblici interessati.
La legge si ispira al principio di “neutralità dei poteri pubblici di fronte alla religione o alle credenze”, evitando “qualsiasi confusione tra funzioni statali e attività religiose”. Le autorità pubbliche, se parteciperanno a funzioni o altri eventi “strettamente religiosi” dovranno farlo “in modo che ciò non comporti una violazione dei principi di neutralità e non discriminazione”. La presenza di funzionari in momenti di carattere religioso dovrà essere “volontaria”. Già i regolamenti militari, approvati verso la metà di maggio, anticipano le future disposizioni sancendo che la partecipazione di picchetti e accompagnatori per cerimonie religiose sarà appunto “volontaria” e laica. La commissione che sta scrivendo il disegno di legge però ancora non si è pronunciata in merito del velo islamico.
E’ previsto inoltre un accordo per concedere alcune agevolazioni per confessioni che hanno una certa diffusione, come mormoni, testimoni di Geova, buddisti e ortodossi, come già nel 1992 è stato fatto con musulmani, protestanti ed ebrei. La Chiesa cattolica manterrà comunque i privilegi economici esclusivi ottenuti con gli accordi del 1979.

Burqa e niqab: divieto a Barcellona, previsto per tutta la Spagna


Burqa e niqab: divieto a Barcellona, previsto per tutta la Spagna

La città di Barcellona ha posto il divieto di indossare qualsiasi indumento che non permetta il riconoscimento e copra il volto, compresi burqa niqab. L’interdizione vale per i locali e gli spazi che dipendono dal comune – quali mercati, uffici, scuole, biblioteche – mentre non vale, per ora, per gli spazi pubblici e le strade sotto giurisdizione nazionale o della Comunità Autonoma (Generalitat).
Il sindaco Jordi Hereu del Partito Socialista Catalano ha precisato che tale misura “non è in alcun modo rivolta contro alcuna fede religiosa”, ma viene presa come precauzione perchè “non è possibile che qualcuno entri in un luogo senza che lo si possa identificare”. Simili misure sono state prese anche in altre città della Catalogna, come Vendrell e Lerida.
Intanto il ministro della Giustizia spagnolo, Francisco Caamano, ha annunciato che anche a livello nazionale sarà limitato l’uso del velo islamico negli spazi pubblici, nel contesto della prevista legge sulla libertà religiosa (Ultimissima del 13 giugno). Secondo il ministro, il velo integrale è “difficilmente compatibile con la dignità della persona umana” e il governo ha intenzione di adottare “misure nei confronti di quei simboli religiosi che impediscono l’identificazione delle persone nei luoghi pubblici” e possono rappresentare un rischio per l’incolumità dei cittadini. Anche il Partito Popolare, all’opposizione, si mostra favorevole all’introduzione del divieto.

giovedì 10 giugno 2010

Odifreddi inaugura la sezione Opinioni del sito UAAR

Nelle ultimissime UAAR si apre uno spazio "Opinioni" presentato qui dal segretario nazionale dell'UAAR Raffaele Carcano, inaugura la sezione un'articolo di Odifreddi che riportiamo integralmente:


Lo scherzo da preti del Concordato

Piergiorgio Odifreddi*

Piergiorgio Odifreddi
Siamo in tempo di finanziaria, e di una controversa e dolorosa manovra correttiva. Il governo spreme a destra (poco) e a manca (molto), ma si guarda bene dal ricordare che metà della manovra potrebbe essere evitata semplicemente rifiutando alla Chiesa le elargizioni che ogni anno le vengono profuse a piene mani, partire dall’otto per mille. Che, è bene ricordarlo, è anch’esso un’invenzione di Giulio Tremonti: non il sessantatreenne Ministro dell’Economia e delle Finanze di Berlusconi nel 2010, ma il trentasettenne consigliere economico di Craxi nel 1984.
Sarebbe comunque ingiusto e antistorico aggiungere, alle reali responsabilità del governo socialista di quegli anni, anche quella fittizia del Concordato. In fondo, gli accordi di Villa Madama del 18 febbraio 1984, e le norme attuative del 25 marzo 1985, non erano altro che una revisione dei Patti Lateranensi firmati da un altro (ex) socialista, Benito Mussolini, l’11 febbraio 1929.
E sarebbe altrettanto ingiusto e antistorico attribuire al regime fascista le responsabilità del Concordato. Lo stesso Duce, parlando il 13 maggio alla Camera, aveva infatti candidamente spiegato i vantaggi che gliene sarebbero derivati, facendo sua un’istruzione di Napoleone al Re di Roma: “Le idee religiose hanno ancora molto impero, più di quanto si creda da taluni filosofi. Esse possono rendere grandi servizi all’umanità. Essendo d’accordo col Papa si domina oggi la coscienza di cento milioni di uomini”.
Fu per questo che la Francia di Napoleone firmò col Vaticano un Concordato nel 1801. E lo stesso fecero l’Austria di Francesco Giuseppe nel 1855, l’Italia di Mussolini nel 1929, la Germania di Hitler nel 1933, il Portogallo di Salazar nel 1940, e la Spagna di Franco nel 1953. L’alleanza tra i regimi totalitari e la Chiesa aveva dunque una lunga storia, e fu proprio la conferma di quest’alleanza a deludere gli oppositori democratici del fascismo nel 1929: non soltanto Benedetto Croce, uno dei 6 senatori su 316 che votarono contro, ma anche don Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi.
Il giorno dopo la firma dei Patti, quest’ultimo scrisse sconsolato a don Simone Weber: “Insegnare a stare in ginocchio va bene, ma l’educazione clericale dovrebbe anche apprendere a stare in piedi”. Per tutta risposta, il 13 febbraio Pio XI indirizzò all’Università Cattolica di Milano un discorso passato alla storia, in cui disse: “Forse a risolvere la questione ci voleva proprio un Papa alpinista, immune da vertigini e abituato ad affrontare le ascensioni più ardue. E forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare: un uomo che non avesse le preoccupazioni della scuola liberale”.
In quei giorni del 1929 scese il sipario sulle speranze risorgimentali di Giuseppe Mazzini e Massimo d’Azeglio. Ma anche sulla realpolitik unitaria di Cavour, espressa dalla formula: “Libera Chiesa in libero Stato”. E addirittura sul laicismo di Giovanni Gentile, che sul Corriere della Sera del 30 settembre 1927 aveva inutilmente affermato: “Se, come notava il Manzoni, ci sono utopie belle e brutte, questa della conciliazione non è da mettersi fra le prime”. Nella sua dichiarazione di voto contrario al Senato, Croce si era invece limitato a dire più debolmente: “La ragione che ci vieta di approvare non è nell’idea di conciliazione, ma unicamente nel modo in cui è stata attuata”.
Il Concordato clerico-fascista era comunque storicamente comprensibile e politicamente giustificato, perché di esso beneficiarono sia il clero che il fascismo. Molto più difficile da comprendere e giustificare è invece il recepimento di quello stesso Concordato nell’articolo 7 della Costituzione della Repubblica Italiana, che recita: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi”.
Nel suo discorso alla Costituente, e nell’istruttiva Storia quasi segreta di una discussione e di un voto pubblicata nell’aprile 1947 su Il Ponte, Pietro Calamandrei fece notare l’assurdità della formula iniziale, che fu attaccata in aula anche da Croce e Vittorio Emanuele Orlando. Una costituzione, infatti, dev’essere un monologo e non un dialogo, e sarebbe stato altrettanto ridicolo inserirvi una formula che proclamasse solennemente: “L’Italia e la Francia sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrane”. Calamandrei notò che però, sorprendentemente, a difenderla fu Palmiro Togliatti, nella seduta del 23 gennaio 1947, “con argomenti che per la loro ortodossia meritarono il pieno plauso dellaCiviltà cattolica”.
Anche il recepimento dei Patti Lateranensi nella costituzione di uno stato laico, repubblicano e democratico era incongruo. Essi si aprivano infatti con un’invocazione alla Santissima Trinità, e nell’articolo 1 proclamavano il cattolicesimo come religione di Stato. Inoltre, facevano un esplicito richiamo allo Statuto Albertino del 1848, e recavano la firma del Duce e il marchio del fascismo. Infine, concedevano ai cattolici privilegi in aperta contraddizione con il resto della Costituzione. In particolare, con l’articolo 3, che stabilisce che “i cittadini sono uguali di fronte alla legge, senza distinzione di religione”. E soprattutto con l’articolo 20, che afferma che “il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d’una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, nè di speciali gravami fiscali”!
Com’è stato dunque possibile che il famigerato articolo 7 sia finito nella Costituzione? Come suggerisce Calamandrei, per capirlo bisogna andarsi a rileggere gli atti delle discussioni preparatorie, e soprattutto delle sedute plenarie tenutesi all’Assemblea Costituente dal 4 al 25 marzo 1947, culminate nelle dichiarazioni di voto di De Gasperi, Nenni e Togliatti.
Come si ricorderà, da oppositore del fascismo De Gasperi si era drizzato contro i Patti Lateranensi. Da capo del governo, aveva ormai appreso anche lui a stare in ginocchio. Prendendo per la prima volta la parola alla Costituente, dichiarò che “senza la fede e senza la morale evangelica le nazioni non si salvano”. E sostenne che bisognava approvare “una norma in cui si riconosca la paternità comune del Capo della Religione Cattolica, che ci protegge e che protegga soprattutto la Nazione italiana”. Gli atti registrano “vivissimi, prolungati applausi al centro e a destra”.
Nenni ricordò la presenza della firma di Mussolini nei Patti, e “il sospetto di una collusione [della Chiesa col fascismo] che pesa ancora sulla coscienza di molti italiani, come una macchia e una vergogna”. Aggiunse che “lo Stato laico considera la religione come un problema individuale di coscienza, ma si mantiene nella sfera della sua sovranità”. E concluse dicendo che “per consolidare la Repubblica bisogna fondare lo Stato, e lo Stato non si fonda sul principio di una diarchia di poteri e di sovranità”. Questa volta, “vivi applausi a sinistra”.
Togliatti iniziò il suo discorso ricordando “le masse di lavoratori e cittadini che ci hanno dato la loro fiducia”. E poi, a sorpresa, spiegò che bisognava tradire questa fiducia, perché così voleva il Papa: “Non vi è dubbio che ci troviamo di fronte a un’esplicita manifestazione di volontà della Chiesa cattolica, ed è questo il punto da cui dobbiamo partire”. Ammise che “cosa è destra e cosa è sinistra non è sempre facile dirlo in politica”. E finì “convinto che in un consesso di prelati romani sarei stato ascoltato con più sopportazione”.
L’articolo 7 fu approvato per 350 voti a 149, con l’apporto determinante del centinaio di deputati comunisti. Calamandrei espresse tutto il suo disgusto per la loro “resa a discrezione”, e ricordò che “quando fu proclamato il risultato, nessuno applaudì, neanche i democristiani”. Ma il giudizio allo stesso tempo più corretto e più insultante l’ha dato il 10 dicembre 2009 il Segretario di Stato, cardinal Bertone, paragonandolo il discorso di Togliatti a quello di “un padre della Chiesa”, e ricevendo un’immediata approvazione da Massimo d’Alema: cioè, dal peggior erede del Migliore.
E’ anche a causa di quei “comunisti” di allora, e di questi ex-“comunisti” di ora, che l’Italia continua a rimanere in ginocchio di fronte alla Chiesa e al Papa. E’ anche con la loro connivenza e complicità che qualunque governo, ecumenicamente e impunemente, sottrae ogni anno miliardi di euro ai poveri contribuenti e li elargisce a una ricchissima istituzione, che sostiene fariseicamente di ispirarsi a qualcuno che predicava: “Beati i poveri…”
* Matematico, autore di Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici), presidente onorario UAAR: nei giorni scorsi è stato pubblicato il libro-intervista di Claudio Sabelli Fioretti Perché Dio non esiste. Il testo è l’intervento conclusivo tenuto alle Giornate della Laicità di Reggio Emilia.
NB: le opinioni espresse in questa sezione non riflettono necessariamente le posizioni dell’associazione.

lunedì 7 giugno 2010

Biblioteca UAAR

Sul sito dell'UAAR nella sezione Biblioteca ci sono le recensioni di alcune centinaia di libri e la possibilità di ordinarli presso le librerie online IBS o laFeltrinelli (contribuendo così alle casse UAAR).
Le tante recensioni presenti sul sito sono divise nelle seguenti sezioni:

ATEISMO
BIOGRAFIE NON AUTORIZZATE
BIOETICA
CHIESA CATTOLICA ED EBREI
CRISTIANESIMO
DIVULGAZIONE SCIENTIFICA
ETICA
FEDE E NON FEDE
ISLAM
LAICITÀ
MIRACOLI
NARRATIVA
RELIGIONI
STORIA
TESTI SACRI - COMMENTI LAICI
VATICANO
VARIE

ricordiamo ancora una volt il collegamento diretto alla sezione dedicata ai libri sul sito UAAR: http://www.uaar.it/ateismo/opere/

mercoledì 2 giugno 2010

Principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana





Principi fondamentali

Art. 1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 5

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

Art. 6

La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Art.7

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.

I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.[1]

Art. 8



Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.

I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. [2]

Art. 9

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Art. 10

L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.

La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.

Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.

Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici. [3]

Art. 11

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Art. 12

La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

Il dibattito sulla Sindone a Bari


Il dibattito sulla Sindone a Bari

Il circolo UAAR di Bari ha pubblicato online il video integrale del dibattito sulla Sindone organizzato presso l’Università di Bari dal Centro di studi normanno-svevi dell’ateneo in collaborazione con il circolo stesso il 18 maggio scorso. All’evento sono intervenuti i professori Franco Cardini, Vittorio Pesce Delfino e Raffaele Licinio.

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