sabato 30 novembre 2019

Un'esperienza positiva

Fabio Milito Pagliara
Come coordinatore del Circolo UAAR di Salerno ed ex responsabile nazionale del progetto Ora alternativa dell'UAAR sono stato invitato a partecipare ad un'assemblea con dibattito dagli studenti del Liceo Classico Giovanni Pascoli di Viggiano (Pt).  

L'assemblea si è svolta martedì 19 novembre 2019, il dibattito è durato circa due ore dalle 10,10 alle 12,15.

Il dibattito verteva sulla laicità nelle istituzioni ed era stato sollecitato dagli stessi studenti, dibattito molto partecipato e serrato, moderato da uno studente durante il quale mi sono confrontato con Don Vito.

La positività dell'esperienza è merito della partecipazione degli allievi, partecipazione evidentemente dovuta ad un incontro costruito con impegno e caparbietà, i miei complimenti a tutti gli studenti dell'istituto.

Le domande si sono concentrate sulla presenza del crocifisso nei luoghi istituzionali, sul rapporto tra religione ed identità, sulla validità di un approccio umanista e non religioso (per quanto la domanda fosse formulata diversamente), sulla questione della non applicazione della legge 194/1978 (legge sull'aborto) a causa della prevista (e disastrosa) obiezione di coscienza, si è parlato anche di Insegnamento della Religione Cattolica e suo eventuale superamento, validità della democrazia laica come fondamento di una reale libertà di espressione, di leggi sulla blasfemia ed anche delle cerimonie laiche.

Un dibattito civile e leale, ampio e articolato sempre rispettoso del contesto educativo in cui si è svolto.

Fabio Milito Pagliara, coordinatore del Circolo UAAR di Salerno

giovedì 10 ottobre 2019

«Sui crocifissi, un bel cambio di passo»: l’UAAR sulle dichiarazioni del ministro


«Sui crocifissi, un bel cambio di passo»

l’UAAR sulle dichiarazioni del ministro


«È un bel cambio di passo, soprattutto se pensiamo ai rosari cui ci aveva abituato l’ex vicepresidente del Consiglio. Ora speriamo che alle parole seguano i fatti».
Il segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), Roberto Grendene, commenta così le affermazioni del ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, il quale, intervistato a «Un giorno da pecora», la trasmissione radiofonica di Rai Radio 1, ha detto che al posto del crocifisso sarebbe «meglio appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione».
«Quella per una scuola pubblica senza simboli religiosi – prosegue Grendene – è una campagna che la nostra associazione porta avanti da decenni, nella convinzione che la presenza del crocifisso costituisca un’inammissibile privilegio per la religione cattolica e soprattutto che le pareti delle aule scolastiche debbano essere interamente dedicate all’istruzione e all’apprendimento, senza condizionamenti. Le dichiarazioni del ministro sono peraltro totalmente in linea con le risultanze di un confronto che abbiamo aperto sui nostri social giusto un anno fa, quando abbiamo chiesto quali immagini, frasi e simboli si vorrebbero vedere esposti al posto del crocifisso sulle pareti delle aule scolastiche: a spuntarla era stata proprio la Costituzione e in particolare l’articolo 34 della nostra carta fondamentale, quello che recita che “La scuola è aperta a tutti”».
«Ma non solo: la nostra azione giuridica a Strasburgo è stato il “leading case” religioso degli ultimi due decenni. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, cui la socia Uaar Soile Lautsi, con il sostegno dell’associazione, si era rivolta, con una sentenza storica si era espressa contro la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche. Ma la decisione era stata poi appellata dal governo italiano, e la Grande Chambre della Corte il 18 marzo 2011 si è pronunciata definitivamente, “assolvendo” l’Italia e affermando che ogni paese è autonomo in materia religiosa e che il crocifisso sarebbe comunque soltanto un simbolo “passivo”. Noi continuiamo a pensare che in uno Stato laico i luoghi pubblici debbano essere neutri dal punto di vista religioso e siamo contenti di sapere che il ministro la pensa come noi. E visto che nessuna legge lo impone, basterebbe solo un bel decreto ministeriale sugli arredi scolastici che vada in questo senso».
Comunicato stampa

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