domenica 8 novembre 2009

Per essere italiani bisogna essere cattolici?

La sentenza emessa dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (in breve CEDU) che è una corte del Consiglio di Europa (organismo sovranazionale che riunisce 47 nazioni europee da non confondere con l'Unione Europea) - sentenza che trova inconciliabile l'esposizione del crocifisso (simbolo della religione cattolica) nelle aule e il rispetto dei diritti umani - è stata criticata in tutti i modi ma ha portato alla luce (ancora una volta) la confusione che esiste in Italia sui concetti base della democrazia liberale, della laicità e dei diritti umani.

Abbiamo sentito ministri affermare che la CEDU non conta nulla (fa niente che l'Italia la riconosce dal 1950), abbiamo sentito politici di ogni genere, grado e colore affermare che il crocifisso non si toglie dalle aule, insigni intellettuali balbettare che il crocifisso è un simbolo culturale, una tradizione, un simbolo di laicità e quant'altro.

Innanzitutto ricordiamo ai nostri politici e ai nostri concittadini che la religione cattolica non è religione di stato, poi che il crocifisso sarà anche un oggetto culturale ma è innanzitutto il simbolo della religione cattolica. E quindi invitiamo tutti a considerare il fatto che esporre il crocifisso in un aula della scuola statale (in un tribunale, in un ufficio statale aperto al pubblico) significa dire che quel simbolo è un simbolo dello stato, ma a che titolo lo stato italiano dovrebbe adottare come simbolo proprio il simbolo di una religione specifica? E questo che cosa implica per chi in quella religione non si riconosce?

Insomma essere italiani significa essere cattolici?
Lo stato vuole davvero discriminare i suoi cittadini in base all'appartenenza religiosa?

Chiediamo ai nostri politici di fare il loro dovere di politici, di ricordarsi che hanno giurato di servire la patria sulla costituzione italiana!

Io sono orgogliosamente italiano e sono un naturalista convinto (ateo, senza dio per di più apostata), se devo cambiare nazionalità fatemelo sapere!

La sentenza tradotta in italiano


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