mercoledì 16 giugno 2010

Spagna no crocefissi e funerali di stato religiosi


Spagna, pronta nuova legge sulla laicità: no crocefissi e funerali di stato religiosi

Sarebbe ormai pronto un progetto di legge del governo Zapatero sulla libertà di religione e la laicità dello stato in Spagna, già in cantiere dal 2008. La nuova normativa, anticipa El Pais, abolirà i funerali di stato esclusivamente religiosi e l’imposizione dei crocefissi negli uffici pubblici, nelle scuole e negli ospedali, oltre al giuramento dei funzionari pubblici di fronte alla croce. I simboli religiosi saranno rimossi, “a eccezione di quelli con valore storico e artistico, architettonico e culturale”. Solo ospedali e scuole private di ispirazione religiosa, pur avendo un accordo con lo stato e ricevendo fondi pubblici, potranno mantenere tali simboli. Secondo il Ministero della Giustizia, già l’80% dei simboli privi di valore artistico è stato comunque rimossi dagli edifici pubblici interessati.
La legge si ispira al principio di “neutralità dei poteri pubblici di fronte alla religione o alle credenze”, evitando “qualsiasi confusione tra funzioni statali e attività religiose”. Le autorità pubbliche, se parteciperanno a funzioni o altri eventi “strettamente religiosi” dovranno farlo “in modo che ciò non comporti una violazione dei principi di neutralità e non discriminazione”. La presenza di funzionari in momenti di carattere religioso dovrà essere “volontaria”. Già i regolamenti militari, approvati verso la metà di maggio, anticipano le future disposizioni sancendo che la partecipazione di picchetti e accompagnatori per cerimonie religiose sarà appunto “volontaria” e laica. La commissione che sta scrivendo il disegno di legge però ancora non si è pronunciata in merito del velo islamico.
E’ previsto inoltre un accordo per concedere alcune agevolazioni per confessioni che hanno una certa diffusione, come mormoni, testimoni di Geova, buddisti e ortodossi, come già nel 1992 è stato fatto con musulmani, protestanti ed ebrei. La Chiesa cattolica manterrà comunque i privilegi economici esclusivi ottenuti con gli accordi del 1979.

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